Manifesto PZeroDigit



Un tempo l'arte era un fuoco acceso, un sentiero di pietre laviche che portava alla bellezza. Era Michelangelo che scolpiva le sue statue dalla pietra, o Van Gogh che dipingeva i suoi girasoli sui campi della Francia. Era Monet che catturava la luce sulla sua tela, o Picasso che scompigliava le forme per mostrarci il mondo nuovo.

Ma poi l'arte si è evoluta, come un fiume che cambia il suo corso. È stata libera, irriverente, sperimentale. È diventata l'arte astratta di Kandinsky e l'arte concettuale di Kosuth, che ha messo in discussione le idee stesse che su di essa nutrivamo. Mutazione dopo mutazione, cambiamento dopo cambiamento, l’arte ha continuato ad evolversi, a cambiare le sue forme e a modificare i mezzi e gli strumenti che nei secoli l’avevano generata, facendola rinascere in abiti sempre nuovi e inediti.

Grazie all’avvento della tecnologia e al suo lento insinuarsi in ognuno degli ambiti del nostro vivere, oggi possiamo affermare di avere conosciuto un nuovo tipo di arte: quella digitale, ricercata, realizzata e pensata tra impalpabili bit e schermi luminescenti, che trova le sue origini nell’invenzione del computer, nella scoperta della tecnologia, nella possibilità di usare la luce e il colore per creare opere d'arte che esistono solo nel cyberspazio.

Da queste premesse nasce il gruppo di giovani artisti PZeroDigit, il quale riesce a fare della pittura digitale il suo centro di gravità. Come fosse scrigno di poetiche e idee creative differenti, PZeroDigit ha l’obiettivo di diventare, per gli artisti che ne fanno parte, la base da cui partire per realizzare delle opere che siano capaci di essere contenitori di pensieri sempre diversi, nati dalla libertà - insita nella natura stessa di questo gruppo - di esplorare con naturalezza la propria creatività.

Tutte le opere realizzate in digitale da PZeroDigit sfidano le convenzioni e aprono le porte a un mondo di forme e colori mai visti prima. Generati da un’elaborazione su supporto digitale, i lavori vengono successivamente realizzati con tecnologie e metodi all’avanguardia.


Proprio nell’azione di stampare le opere su un supporto fisico e donar loro una rielaborazione tattile e visiva diversa da quella che le ha generate, si nasconde uno dei principi del lavoro di PZeroDigit: come in un circolo virtuoso, la corporeità esperienziale umana entra nel virtuale e da esso esce per dar vita a qualcosa che, ancora una volta, rinasce in uno stato di pura materialità.

Per rubare le parole dalla bocca di un noto filosofo, ci troviamo di fronte a un eterno ritorno, che riesce a far trasparire un’esigenza insita e celata nell’uomo.
Da questa esperienza ibrida tra digitale e fisico, l’opera non può uscire indenne.
Come ci trovassimo di fronte all’enunciazione visiva dell’equazione di Dirac, i due sistemi che tra di loro hanno avuto modo di interagire, virtuale e corporeo, non possono più essere descritti come due mondi distinti e separati, ma diventano invece un unicuum ontologico indistinguibile. Una nuova categoria, la categoria dell’opera DIGIFISICA

La pittura digitale può senz’altro contribuire a dare vita a un processo di democratizzazione dell’arte, attuabile anche attraverso la realizzazione e l’ideazione di laboratori all’interno di istituti scolastici, dove il sapere e l’arte si sprigionano. La tecnologia, infatti, permette a chiunque di realizzare opere di valore e questa modalità di fare arte, inclusiva e aperta a tutti, non discrimina per età o per status sociale, poiché ognuno può creare ed esprimere la sua personalità.

La sensibilità che si acquisisce rispetto alle immagini, infatti, permette di potenziare il pensiero creativo e di sviluppare una capacità comunicativa caratterizzata da una maggiore emotività, indispensabile all’interno della società attuale della comunicazione. L’arte, solo a questo punto, riesce a diventare un’esperienza collettiva trainante e la scuola si trasforma così in un luogo di condivisione, dove le differenze sono risorse, e la creatività un valore da coltivare. E così, tra schermi e colori, tra immagini digitali e pennellate virtuali, gli studenti si trasformano in artisti che guardano al futuro con maggior consapevolezza della propria personalità e potenzialità.